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Gay e Berlusconi
di Gianni Toffali

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

     È di questi giorni la notizia che in Ungheria la polizia non ha autorizzato il gay pride previsto il 5 luglio.
     In Italia un divieto del genere avrebbe fatto gridare allo stato di polizia. Eppure nonostante la liberalità (1) di Berlusconi, che allorquando governa consente a checche e lesbiche di pavoneggiarsi in piazza, qualche spiritoso dell’opposizione ha gridato al regime leggero e alla dittatura soft.
     Accuse ridicole?
     Al contrario, il governo Berlusconi andrebbe “querelato” per corruzione morale del paese. (2)
Si può infatti definire “normale” una nazione che legittima chi ha fatto della propria “diversità” una bandiera?
Eppure i tanti che bruciano d’amore per i sodomiti, che San Paolo (Romani 1, 28) definisce “abbandonati ai reprobi sentimenti: far ciò che è non si deve …”, dovrebbero sapere che le parate gay sono vietate non solo nella “fascista” Ungheria, ma anche in tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica e nella totalità degli stati islamici.
Dubbio: l’Italia catto-laicizzata, che prende lezioni di moralità pubblica da nazioni atee ed ex comuniste o, “peggio”, islamiche, desta pena o sonore sghignazzate?

Gianni Toffali

 

(1) Sulla "liberalità" di Berlusconi, soprattutto sul suo liberismo economico, ci sarebbe tanto da dire e da riflettere... In un sistema in cui il potente può sopraffare il debole, in cui il potente è tutelato per legge, mentre il debole è abbandonato (per legge) alle fameliche fauci del potente, come possono risolversi i problemi economici di una Nazione alla deriva? Tutto è in funzione del potente vampiro:
l'immoralità arricchisce? Avanti con l'osceno pubblico a tutto schermo e a tutte le ore! Avanti coi Grandi Fratelli, le Isole, le Fattorie e i porcili!...

Quando finalmente la gente capirà la cattiveria del liberalismo, forse sarà troppo tardi, ma noi potremo dire: l'avevamo detto!
Di che dunque si gloria il liberale Berlusconi?

(2) Dubbio: Non è che per caso Di Pietro ha ragione quando regala certi appellativi?
Domanda: in base a quali meriti Berlusconi sceglie certe minestre (pardon, Ministre)? in base al numero di calendari, al piazzamento in concorsi Miss o semplicemente alla dotazione fisica? L'intelligenza, la preparazione e la morale contano qualcosa?

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